Serena Mollicone: il caso riaperto

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Serena Mollicone, una studentessa di 18 anni di Arce, in provincia di Frosinone, scompare il 1° giugno 2001. Il suo corpo viene ritrovato due giorni dopo, il 3 giugno, in un bosco di Fonte Cupa, nei pressi di Anitrella

Serena viene ritrovata in un bosco, brutalmente uccisa. Il corpo presenta segni di percosse e il suo viso è coperto con un sacchetto di plastica, segno di un tentativo di soffocamento.

Le indagini iniziali si concentrarono su Carmine Belli, un carrozziere del luogo, che viene arrestato nel 2003 con l’accusa di omicidio. Tuttavia, dopo due anni, viene assolto per mancanza di prove.

Il caso vede una svolta nel 2008 con la morte sospetta di Santino Tuzi, un brigadiere dei Carabinieri, trovato senza vita nella sua auto. Tuzi aveva dichiara di aver visto Serena entrare nella caserma di Arce il giorno della sua scomparsa, ma afferma anche di non averla mai vista uscire.

Le Dinamiche all’Interno della Caserma di Arce

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Serena Mollicone si sarebbe recata alla caserma di Arce la mattina del 1° giugno 2001 per un confronto con Marco Mottola, figlio del comandante Franco Mottola. Il motivo dell’incontro non è mai stato chiarito del tutto, ma alcune ipotesi investigative suggeriscono che Serena potesse avere informazioni su traffici illeciti o tensioni personali con Marco.

All’interno della caserma, Serena avrebbe avuto un alterco con Marco Mottola, culminato con una spinta che avrebbe causato la sua testa a sbattere violentemente contro una porta.

Secondo alcune perizie, la porta danneggiata all’interno della caserma potrebbe essere stata l’elemento che ha provocato il trauma fatale alla ragazza. A seguito dell’incidente, sarebbe stata lasciata agonizzante per ore, senza ricevere soccorso.

L’ipotesi dell’accusa era che, per coprire l’accaduto, alcuni membri della caserma avrebbero organizzato il trasporto del corpo nel bosco di Fonte Cupa, inscenando una morte avvenuta altrove.

Tuttavia, la difesa ha sempre contestato questa ricostruzione, sottolineando la mancanza di prove dirette e il fatto che non ci fossero segni evidenti di lotta o resistenza nella caserma.

Le Accuse alla Famiglia Mottola

Nel 2019, dopo anni di nuove indagini, vennero indagati e rinviati a giudizio Marco Mottola, figlio dell’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, insieme ai suoi genitori.

Secondo l’accusa, Serena sarebbe stata uccisa all’interno della caserma dopo una discussione con Marco Mottola. L’ipotesi investigativa sostiene che il corpo della ragazza sarebbe stato trasportato e abbandonato nel bosco per simulare un’altra dinamica del delitto.

Il processo però si è concluso nel luglio 2022 con l’assoluzione di Franco, Marco e Annamaria Mottola per insufficienza di prove.

Anche i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, inizialmente coinvolti nel caso per favoreggiamento e omicidio, sono stati assolti. La sentenza ha suscitato forti polemiche e lasciato aperti molti interrogativi sulla vera dinamica dell’omicidio soprattutto per il padre di Serena, che ha sempre combattuto per la verità ma è morto senza avere giustizia.

Un Caso Ancora Aperto

Il caso di Serena Mollicone ha recentemente subito un’importante svolta giudiziaria. L’11 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione precedentemente emessa nei confronti di Franco Mottola, ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, di sua moglie Annamaria e del figlio Marco, ordinando un nuovo processo d’appello presso una diversa sezione della Corte d’Appello di Roma.

La recente decisione della Cassazione riapre la possibilità di un nuovo esame delle prove e delle responsabilità legate alla morte di Serena Mollicone cosa che rappresenta un ulteriore passo nella complessa vicenda giudiziaria iniziata nel 2001, con l’obiettivo di fare piena luce sulle circostanze della morte di Serena e di assicurare giustizia alla sua memoria.

Sara Alice Ceccarelli

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