Luigi Mangione è un cittadino americano accusato dell’omicidio di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare, avvenuto il 4 dicembre 2024 a New York City, per mezzo di un’arma da fuoco davanti all’Hotel Hilton
Luigi Mangione è stato arrestato il 9 dicembre 2024 in Pennsylvania. Al momento dell’arresto, aveva con sé una pistola con silenziatore, documenti falsi e un quaderno contenente un presunto “manifesto”.
È imputato in tre giurisdizioni: in Pennsylvania, dove è stato catturato; a New York, dove è avvenuto l’omicidio; e a livello federale, dove rischia l’ergastolo o la pena di morte.
Lo svolgersi del caso Mangione però non è così lineare come si potrebbe pensare, date le prove raccolte. Infatti sembrerebbe che ci siano state delle prove raccolte illegalmente al momento dell’arresto.

L’arresto e le prove contestate
Luigi Mangione è stato arrestato in Pennsylvania con l’accusa di omicidio di secondo grado. Al momento del fermo, le forze dell’ordine hanno sequestrato una pistola dotata di silenziatore, documenti falsi e un quaderno contenente quello che è stato descritto come un “manifesto”.
Secondo la sua avvocata, Karen Agnifilo, le prove raccolte potrebbero essere state ottenute in violazione dei suoi diritti costituzionali e, per questo motivo, il giudice della Pennsylvania sta valutando la loro ammissibilità a processo.
Uno degli aspetti più contestati riguarda l’applicazione della legge Miranda, che impone agli agenti di leggere immediatamente i diritti dell’arrestato. Secondo il profilo X “The Luigi Case“, Mangione è stato trattenuto per 17 minuti prima che gli fossero letti i diritti.
https://twitter.com/LuigiCaseFiles/status/1897367356373975551?t=6DLsh6aM9Zm80DKuVjNj0w&s=19
Durante questo periodo, il poliziotto che lo ha fermato, l’agente Fox, gli ha detto che non era in custodia, nonostante fosse ammanettato. Questa discrepanza potrebbe rendere inammissibili tutte le dichiarazioni rilasciate da Mangione in quei minuti.
Un’ulteriore violazione riguarda la perquisizione del suo zaino. Negli Stati Uniti, per aprire e ispezionare gli effetti personali di un individuo, la polizia necessita di un mandato giudiziario.
In questo caso, gli agenti non avevano ottenuto tale autorizzazione, rendendo potenzialmente inammissibili le prove raccolte.
Un caso giudiziario complesso
Mangione è imputato in tre diverse giurisdizioni: nello Stato della Pennsylvania, dove è stato catturato; nello Stato di New York, dove è avvenuto il delitto; e in un processo federale contro gli Stati Uniti. Oltre all’ergastolo, il giovane rischia anche la pena di morte.
La decisione sulla validità delle prove è cruciale: se venissero dichiarate inammissibili, l’accusa dovrebbe presentare altre prove schiaccianti per evitare l’annullamento del processo. In caso contrario, il procedimento potrebbe essere invalidato, creando un precedente significativo.
Il movimento “Free Luigi”
L’arresto di Mangione ha dato vita a un movimento di supporto chiamato “Free Luigi”, che ha rapidamente guadagnato popolarità. L’hashtag #FreeLuigi è diventato virale sui social network ed è stato utilizzato in street art e GIF.
La mobilitazione ha portato alla creazione di un fondo per sostenere la sua difesa legale, che ha raccolto oltre 722.000 dollari, con donazioni da parte di cittadini solidali alla sua causa.
Per molti, Mangione è diventato il simbolo del malcontento nei confronti del sistema assicurativo sanitario statunitense, visto come inefficiente e spietato e il suo caso continua ad alimentare il dibattito sull’accessibilità alle cure mediche e sul ruolo delle compagnie assicurative nella vita dei cittadini americani.
Le implicazioni del caso
Il processo a carico di Luigi Mangione si preannuncia complesso e di grande impatto mediatico. La questione della legalità delle prove potrebbe influenzare in modo significativo l’esito del procedimento e avere ripercussioni sul sistema giudiziario ma resta da vedere come si evolverà la sua vicenda e se il movimento che lo sostiene riuscirà a mantenere alta l’attenzione su questi temi.
Sara Alice Ceccarelli