Charles Manson e la storia della sua vita, tornano di attualità grazie al nuovo documentario Netflix dal titolo “L’operazione Chaos e gli omicidi Manson” uscito il 7 di marzo.
Charles Manson, noto criminale statunitense deceduto nel 2017, nasce nel 1934 e diviene leader della “Manson Family”, una setta hippie che tra l’8 e il 10 agosto 1969 commise brutali omicidi a Los Angeles.
Cresciuto tra riformatori e prigioni, Manson sviluppa un forte carisma e, dopo il suo rilascio nel 1967, attrae a se giovani seguaci con un mix di droghe, musica e manipolazione psicologica. Predicava l’arrivo di una guerra razziale chiamata “Helter Skelter”, ispirata ai Beatles, e convinse la sua setta a compiere omicidi per scatenarla.
I crimini più famosi sono gli omicidi di Sharon Tate (attrice incinta, moglie di Roman Polanski) e di altre quattro persone nella villa di Cielo Drive, seguiti dall’assassinio della coppia LaBianca. Anche se Manson non uccide direttamente, viene condannato come mandante e trascorrendo poi il resto della vita in prigione, diventando un’icona del male nella cultura popolare.
Il documentario “L’operazione Chaos e gli omicidi Manson” e il libro “Chaos”
“L’Operazione Chaos e gli Omicidi Manson” è il documentario diretto da Errol Morris, disponibile su Netflix dal 7 marzo 2025. Il film si basa sul libro del 2019 di Tom O’Neill, “Chaos: Charles Manson, the CIA, and the Secret History of the Sixties“, e offre una rilettura degli omicidi commessi dalla “Manson Family” nel 1969, mettendo in discussione la versione ufficiale dei fatti.
Nell’esplorare le teorie di O’Neill e le connessioni possibili tra Manson e i programmi segreti della CIA, Morris utilizza materiali d’archivio, interviste e mescola tutto in una narrazione coinvolgente. Lo scopo è quello di invitare lo spettatore ad interrogarsi su una realtà forse più complessa di come l’abbiamo sempre conosciuta.
Tra chi dice che il documentario sia molto approfondito, avvincente e provocatorio e chi invece ritiene che il documentario si perda in teorie cospirazioniste non comprovate, è giusto dire che il materiale di Morris lascia aperte molte domande e fornisce pochissime risposte.
Forse però, l’intento di Morris non è quello di dare risposte ma aiutarci a non credere subito a tutto quello che ci raccontano, a scavare, approfondire e vagliare ogni traccia sollevando (giuste?) domande sul ruolo delle istituzioni nella storia di Manson.
Intanto, parliamo delle teorie su cui il libro e il documentario si concentrano e vediamo se effettivamente possono essere plausibili o se sospendiamo il giudizio.
L’operazione Chaos
L’Operazione CHAOS era un programma segreto della CIA attivo tra il 1967 e il 1974 volto a monitorare i movimenti di protesta negli Stati Uniti, in particolare quelli contro la guerra in Vietnam.
Il suo obiettivo era raccogliere informazioni su possibili influenze straniere, soprattutto sovietiche e cinesi, nei gruppi radicali di sinistra e di screditare i movimenti pacifisti: in effetti l’effetto che ebbe la storia di Manson sulla società fu esattamente quello di diffondere paura e sfiducia.
Da qui il collegamento con Manson. Dopo gli omicidi Tate-LaBianca i media dipinsero Manson come la fine dell’utopia hippie, collegando direttamente la sua figura alla degenerazione del movimento e nondimeno Manson, con la sua “Family”, era profondamente immerso nella cultura delle droghe, elementi che la CIA stava studiando per capire la loro influenza sulla società.
Non esistono però prove definitive che Manson fosse direttamente collegato all’Operazione CHAOS, ma la sua storia si intreccia con gli obiettivi della CIA , e non mi stupirebbe se il suo culto fosse stato studiato o addirittura favorito per dimostrare i pericoli della controcultura.
Il Progetto MKUltra
MKUltra era un programma segreto della CIA attivo dagli anni ‘50 ai primi anni ‘70. L’obiettivo era studiare il controllo mentale tramite droghe (come l’LSD), ipnosi e altre tecniche, rivelato ufficialmente solo negli anni ‘70 grazie alla Commissione Church.
E’ noto che Charles Manson usasse pesantemente LSD per manipolare i membri della “Family”. MKUltra sperimentava proprio questo: come l’LSD potesse influenzare il comportamento umano e renderlo più suggestionabile e alcuni studiosi hanno ipotizzato che Manson potesse essere stato esposto agli esperimenti o addirittura addestrato in alcune tecniche di controllo mentale.
Inoltre Manson passò un periodo nel carcere federale di McNeil Island (Washington), dove alcuni detenuti venivano usati per esperimenti sul condizionamento mentale e quando Manson uscì di prigione nel 1967, si stabilì nel quartiere di Haight-Ashbury a San Francisco, proprio nel periodo in cui la CIA testava LSD sulla popolazione.
Conclusione
Non esistono prove definitive che Manson fosse un soggetto di MKUltra, ma le coincidenze sono molte: la sua esposizione all’LSD, la sua capacità di controllo mentale, i legami con istituzioni che collaboravano con la CIA.
Alle coincidenze si aggiunge anche lo strano rapporto con le forze dell’ordine: sia Manson che la sua Family furono arrestati diverse volte, anche per reati gravi prima degli omicidi del 1969 ma rilasciati subito, facendo ipotizzare una protezione dall’alto per studiare le sue tecniche di manipolazione come esperimento sociale.
Manson era quindi una pedina inconsapevole o era consapevolmente parte dei progetti governativi? La CIA ha svolto su di lui operazioni di controllo mentale per portarlo a fare lo stesso con altri, oppure era tutto frutto della mente di Manson? Charles Manson, consapevole o meno, ha fatto parte di un esperimento di destabilizzazione della controcultura?
Il caso resta un mistero, ma alcuni ricercatori come O’Neill e Morris dimostrano, suggeriscono che la sua storia potrebbe essere stata molto più complessa di quella di un semplice criminale manipolatore.
Sara Alice Ceccarelli